Perché nel cambio stagione possiamo avere difficoltà nel dormire

Il cambiamento climatico a cui stiamo assistendo negli ultimi tempi rende le temperature decisamente più variabili: ragion per cui, soprattutto durante il passaggio da una stagione all’altra, i ritmi di routine tendono inevitabilmente a rallentare.

Nella fase di transizione dai mesi freddi a quelli caldi e viceversa, l’adattamento non è affatto semplice.

Può capitarti, infatti, di essere spossato e di non avere energia a sufficienza per affrontare le sfide quotidiane. Nelle difficoltà ad adattarti a questo cambiamento climatico, puoi avvertire picchi di stress che possono essere superati solamente nel momento in cui raggiungi l’equilibrio in una nuova condizione.

dormire bene nel cambio stagione

Perché nel cambio di stagione, dormire è più difficile

Dormire bene è fondamentale, affinché tu possa disporre dell’energia necessaria ad affrontare i compiti lavorativi e gli impegni personali.

I cambiamenti climatici, soprattutto se repentini come accade nei cambi di stagione, incidono negativamente sul benessere individuale.

Si corre il rischio di andare incontro alla cosiddetta Winter Depression o all’insonnia estiva.

 

Durante la stagione invernale, ad esempio, i cambiamenti di temperatura sono davvero rapidi.

Nelle prime ore del mattino, spesso, si registra il segno meno, mentre a distanza di 5 o 6 ore, la temperatura può sfiorare anche i 20 gradi. Per quanto il corpo sia abituato al cambiamento, l’adattamento non è per nulla immediato. Risultato? Puoi avvertire i classici fastidiosi disturbi da raffreddamento.

Tuttavia, non si tratta di nulla di insuperabile.

I disturbi dovuti al freddo, poi, possono arrecare importanti complicazioni al sistema cardiovascolare.

Come mai?

L’abbassamento delle temperature, infatti, fa sì che il sangue fluisca con maggiore difficoltà con la logica conseguenza che si verifica un evidente aumento della pressione. Sia i disturbi di tipo cardiovascolare, sia lo stato di ipertensione, inficiano sul metabolismo energetico.

Affaticamenti dovuti alla ridotta ossigenazione del sangue possono diventare problemi all’ordine del giorno. Aumentano poi i rischi di avere a che fare con dolori articolari e reumatici.

Classici esempi sono quelli dei dolori cervicali e del mal di schiena invernale. In pieno inverno, insomma, scatta l’allarme contratture.

 


Non vanno sottovalutati, poi, i disturbi dovuti alla mancanza di luce.

Le giornate si accorciano, il contesto appare scarsamente illuminato, piove spesso. Tutto questo grigiore incide anche a livello biologico, perché la mancanza di luce ha evidenti ripercussioni sul sistema nervoso.

Tutto ciò si traduce nella cosiddetta Winter Depression, che porta instabilità in termini di umore. Gli sbalzi sono frequenti, ci si lascia irritare dalle piccole cose. Inoltre, può capitare che anche la concentrazione ne risenta.

Ovviamente, i disturbi del sonno sono la causa primaria di tutto ciò. Non riuscire a dormire bene comporta che si paghi dazio nelle ore successive. I disturbi meteoropatici sono avvertiti non solo da chi risulta particolarmente sensibile al cambio di stagione.


Oggi si sente parlare con sempre più insistenza di disturbo affettivo stagionale, noto come DAS.

Il problema si palesa in inverno e colpisce grosso modo il 2-3% della popolazione europea. Sono tendenzialmente donne, di età compresa fra i 20 e i 50 anni. Poi c’è anche la cosiddetta Winter Blues, una sorta di depressione più leggera che prende di mira il 15% delle persone.


Denominatore di tutti i suddetti sintomi di natura neurologica e di tipo psico-fisico è che l’abbassamento della luce nella stagione invernale dà luogo a una perdita di entusiasmo.

A risentirne è la melatonina, l’ormone deputato a regolare dal punto di vista biologico i ritmi sonno-veglia. Siccome la produzione di melatonina viene stimolata dalla luce dei raggi solari, in inverno è frequente un peggioramento generale dell’umore e un evidente pessimismo.

sonnolenza cambio stagione

In inverno, il riposo dà origine all’effetto letargo. Di cosa si tratta?

I repentini cambi climatici, tipici della stagione invernale, non fanno altro che mettere a dura prova l’organismo: la mancanza di luce naturale, i picchi di stress e il freddo possono dar luogo a svariate complicazioni nel sonno.

Le interruzioni continue e il non riuscire ad alzarsi dal letto, perché stanchi, sono classiche reazioni del momento.

La melatonina, in tal senso, si rivela un’ottima alleata, principalmente per via della sua principale funzione regolatrice del sonno: nel corso della giornata, a causa di un rallentamento sempre più evidente del metabolismo, non desta alcuna sorpresa il fatto che potresti andare alla ricerca di cibi particolarmente calorici.

 

Anche il fatto che si faccia meno attività fisica, a causa dell’irrigidimento delle temperature, rientra nell’ordinarietà delle cose. Si tende ad andare in letargo in questo periodo. Lo stile di vita, quindi, non risulta particolarmente attivo. Bisogna saper leggere al meglio i segnali che ti manda il tuo corpo: dovresti dormire meglio e goderti il meritato riposo.


Dormire bene ti consente di preservare al meglio le energie. Potendo contare su maggiore vitalità, anche il sistema immunitario ne trae benefici evidenti, dato che hai tutte le carte in regola per evitare i classici malanni stagionali, come influenze e raffreddori vari.

L’equilibrio psicofisico su cui puoi contare è fondamentale per fronteggiare al meglio gli impegni durante il freddo invernale.

La pigrizia, però, non deve prendere il sopravvento: l’eccessiva sedentarietà e l’inattività fisica sono dovute al fatto che non si dorme bene.

riposare male cambio stagione

Perché in estate si dorme meno?

Con il cambio di stagione che porta dalla primavera all’estate, dormire può essere più difficile.

La causa più evidente per cui durante l’estate si dorme di meno ha strettamente a che fare con l’innalzamento delle temperature e i ritmi circadiani.

Questi ultimi possono essere considerati a tutti gli effetti un vero e proprio orologio interno, dato che servono a regolare il ciclo di tutte quelle attività che vengono portate a termine nelle ore diurne e in quelle notturne. Il meccanismo sonno e veglia è quello più importante.

 

Come già indicato precedentemente, a influenzarlo è la melatonina, quell’ormone che l’organismo produce a fronte di poca luce.

La sua concentrazione, di fatto, va verso aumenti importanti durante le ore serali, accompagnandoti verso il sonno.

Poi, con la comparsa della luce, diminuisce, permettendoti di restare sveglio.

 

In estate, come è noto, le giornate si allungano. Essendoci più luce, quando è ora di andare a dormire, non è detto che il tuo organismo sia pronto, per il semplice motivo che i quantitativi di melatonina non sono ancora tali per favorire il sonno.


Di fatto, il caldo non aiuta.

Per dormire al meglio durante l’estate, sarebbe opportuno che tu tenga il corpo idratato e fresco, optando per una doccia con acqua tiepida, a breve distanza dall’andare a letto. Scegliere un pigiama in cotone leggero oppure una classica camicia di notte in lino sono valide opzioni, perché la pelle respira e si trattiene il sudore.

Spesso, si tende a dormire male in estate, perché si beve meno del dovuto. L’ideale è optare per cibi freschi, soprattutto frutta e verdura di stagione, e bere un quantitativo di acqua, pari all’incirca a 8 bicchieri. Più o meno 2 litri, quindi.

Cibi speziati, troppo piccanti e salati andrebbero ridotti ai minimi termini, soprattutto a cena, per evitare di trascorrere notti poco piacevoli.


Onde evitare distrazioni che impediscono di dormire bene, è il caso di fare a meno di tenere sempre accesi il televisore, il computer o lo smartphone. Per quanto validi compagni di intrattenimento, a lungo andare finiscono per non farti prendere sonno.

Come dormire meglio in inverno e in estate?

Per dormire meglio, anche il materasso gioca un ruolo di cruciale importanza: il suo scopo consiste nell’ottimizzare al meglio tutte le funzioni biologiche, nel corso del riposo, garantendoti un valore terapeutico tutt’altro che indifferente.

Se con la stagione invernale, tendi a essere invogliato ad accendere il riscaldamento, è bene che la temperatura stazioni tra i 17 e i 19 gradi.

Si tratta dell’intervallo perfetto per riposare al meglio.


Nel corso della stagione estiva, per ovvi motivi, non occorre esagerare con l’utilizzo dell’impianto di condizionamento.

Tenerlo attivo in modo scriteriato, oltre a incidere sui costi in bolletta, finirebbe inevitabilmente per incidere negativamente sul comfort domestico e soprattutto sulla salute. Il rischio di un raffreddore o di un’influenza estiva, davvero fastidiosi in questo periodo, si celano sempre dietro l’angolo.

Meglio optare semmai per un ventilatore.

Che dire poi in riferimento al livello di umidità? Semplicemente, che occorre regolarlo in modo corretto, vale a dire fra il 50 e il 55%. Anche il microclima sotto le lenzuola si rivela determinante. Rivestimenti intercambiabili, in materiali come lino biologico, seta, cotone si confermano ottime scelte per un riposo ristoratore.

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